Attenzione selettiva : cos’è e come usarla
Avevi contato bene?
Ah già, sei ancora stupito/a per non aver visto nulla??
Take it easy, ci siamo passati tutti. Semplicemente, la tua attenzione era rivolta al compito che ti avevamo chiesto di svolgere.
Hai usato la tua Attenzione Selettiva.
Cosa si intende per Attenzione Selettiva?
L’attenzione selettiva o focalizzata, è la capacità di selezionare una parte degli stimoli che giungono ai nostri organi di senso e sottoporli ad un’elaborazione accurata a discapito di altri elaborati in modo parziale e più superficiale. E’ questo che ha impedito ai tuoi occhi di vedere il simpatico gorilla che attraversava la scena.
Un altro esempio classico di questo fenomeno è l’Effetto Cocktail Party (Cherry, 1953)
Ti è mai capitato di stare in mezzo ad un frastuono incredibile e di voltarti verso una direzione solo perché qualcuno ti ha nominato o ha usato una parola a te familiare o interessante?
Con “effetto cocktail party” si intende proprio questo: la capacità del cervello umano di selezionare un solo stimolo in mezzo ad altri, proprio come succede ad una festa. Nel caso di prima si parla di Attenzione Selettiva Uditiva.
Perché è importante l’attenzione selettiva?
È una strategia adottata dal cervello per economizzare le energie mentali, e quindi per evitare di elaborare informazioni inutili o irrilevanti.
Inoltre è fondamentale quando devi imparare a fare qualcosa di nuovo, come apprendere una nuova abilità o competenza, fino a che non diventa facile da compiere.
Finché non diventa "facile come andare in bicicletta"
Ti ricordi come sono andate le prime volte che sei salito/a in bicicletta? C’erano tante cose a cui prestare attenzione, tutte in contemporanea:
- appoggiare le mani sul manubrio
- sedere sul sellino
- appoggiare i piedi sui pedali
- pedalare
- guardare la strada
- fare attenzione alle macchine
- tenere a bada eventuali pedoni
- girare il manubrio all’occorrenza
- mettere le dita della mano sul freno pronte all’uso
- frenare e restare in equilibrio con un piede sul pedale e un piede a terra
Durante le esperienze di apprendimento, come imparare ad andare in bicicletta, la tua concentrazione è del tutto focalizzata sulle azioni o processi che stai apprendendo, ossia stai impiegando le risorse attentive in maniera quasi esclusiva nell’elaborazione degli stimoli pertinenti.
Cosa succede con la pratica?
Quando ormai i comportamenti e le sequenze sono apprese, non ci sarà più bisogno di prestare la tua attenzione selettiva verso tutti quei particolari né per quanto riguarda l’aspetto più tecnico (coordinazione del corpo ecc.), né per la gestione delle dinamiche del traffico (distanza di sicurezza, precedenze, posizione della bicicletta in campagna o in strada ecc.). Quando si impara a fare qualcosa la pratica viene “registrata” in quella che viene chiamata “memoria procedurale”, diventando così “automatico”. Un comportamento diventa automatico quando il compierlo è “facile come andare in bicicletta”.
A questo punto sarai in grado di dividere la tua attenzione e di fare più cose contemporaneamente, andare in bicicletta e chiacchierare con un amico che pedala accanto a te. Azioni che all’inizio sembravano FANTASCIENZA.
Come possiamo usare l'attenzione selettiva a nostro vantaggio? Eccoti alcuni esempi
Qualcosa di nuovo, qualcosa di vecchio
Come abbiamo già detto, puoi usare l’attenzione selettiva a tuo vantaggio tutte le volte in cui impari qualcosa di nuovo, ma può essere molto utile anche per mantenere la concentrazione su un’azione o un compito che già conosci e da cui ti distrai facilmente. Con l’attenzione selettiva ti permette di focalizzarti volontariamente anche solo su un passaggio di quel compito e questo ti permetterà di riportare la concentrazione verso ciò che stai facendo (es. guidare la macchina).
La concentrazione giusta per studiare
Grazie all’attenzione selettiva puoi migliorare la tua capacità di focalizzarti di più nello studio, anticipando quelle che saranno le distrazioni e eliminandone la fonte, come ad esempio togliere la suoneria dal tuo smartphone e metterlo dentro ad un cassetto o in qualsiasi posto fuori dal tuo campo visivo, liberare la scrivania da ciò che non serve. Ancora, se i rumori, le voci o i chiacchierii di disturbano, puoi giocare d’anticipo mettendo dei tappi per le orecchie o dei suoni di sottofondo che facciano da “rumore bianco” come il rumore della pioggia, il rumore dell’acqua che scorre o quello delle onde del mare.
Distinguere le priorità dalle cose superflue o meno importanti in quel momento
L’attenzione selettiva è essenziale per migliorare la gestione e la valorizzazione del nostro tempo incidendo sulla nostra capacità di prendere decisioni e di portarle avanti nonostante le interferenze. Ad esempio, se la mia priorità è quella di concludere un progetto di lavoro entro due ore dovrò fare in modo che durante quelle due ore nessuno mi interrompa o che non saltino fuori delle urgenze che richiedono la mia attenzione. Anche in questo caso posso organizzarmi per eliminare le distrazioni in anticipo per aiutare il mio cervello a rimanere concentrato sulla priorità. Lo stesso discorso vale anche per quella che io chiamo “la difesa del proprio tempo libero” o del tempo per sé, essenziale per il proprio benessere psicofisico.
Per concludere
Conoscere come funziona il nostro cervello, assecondarlo nel suo naturale ‘lavoro’ e capire cosa fare per permettergli di lavorare meglio può essere di grande aiuto sia nella nostra vita quotidiana, per le attività rutinarie, sia nei momenti fuori “dall’ordinario”, per combattere il multitasking che genera la stanchezza mentale e selezionare ciò che vogliamo e ci piace da ciò che non vogliamo e non ci piace.
Vuoi una mano a mettere attenzione dove ti conviene?
Chi sono
Alessandra Melis, Psicologa a indirizzo lavoro e organizzazioni.
Come psicologa, così come consulente manageriale e formatrice, lavoro fianco a fianco coi miei clienti per costruire insieme la loro “strategia divergente”, una strategia nuova, utile e capace di aiutarle a superare i momenti di stallo e raggiungere i loro obiettivi.
Nella mia esperienza coi gruppi e con le aziende ho imparato che spesso basta modificare anche solo un piccolo dettaglio per ottenere un grande cambiamento. Addirittura, a volte, è sufficiente lavorare prima su ciò che già si possiede e utilizzarle come leve per cambiare quello che non ci piace più o non serve ai nostri scopi.